mercoledì 9 febbraio 2011

Grancassa USA, ma primato italiano...

Brilla brilla mia stellina… la famosa canzoncina inglese presente in tutte le recite scolastiche ed i carillon rappresenta bene, in forma musicale, una delle bestie nere degli astronomi che osservano il Cosmo da Terra: il "seeing".

Il fenomeno è assai complesso da rendere con un modello matematico, ma semplicissimo da capire "a naso". L'atmosfera con il suo incessante agitarsi "spalma" l'immagine delle stelle, che sarebbero puntiformi, in una patacchina più o meno grande a seconda dell'agitazione dell'atmosfera stessa. In pratica come avere una immagine più o meno sfuocata. Micidiale se uno vuole studiare le stelle. 

La tecnica che si usa per ovviare a questo inconveniente gravissimo si chiama ottica adattiva. In pratica si "spara" in cielo un laser che simula una stella e lo si osserva assieme alle stelle vere  e proprie che si intende studiare. Delle stella artificiale creata dal laser sappiamo bene la forma, osserviamo la distorsione della stessa operata all'atmosfera e quindi possiamo correggerla sull'immagine. Ovviamente a quel punto sappiamo correggere anche le stelle vere!

Facile a dirsi, difficile a farsi, ci sono voluti anni per venirne a capo. Ora gli americani di Gemini annunciano, con molto orgoglio, di avere sperimentato un laser capace di proiettare 5 stelle alla volta, per risultati ancora migliori. ecco alcune immagini.


Decisamente suggestiva questa che mostra uno dei due grandi telescopi Gemini e il laser che esce dalla cupola. 

 

Ed ecco come appare il laser a "5 stelle"

Senza nulla voler togliere ai colleghi americani, comunque, va ricordato che la tecnica è un primato italiano, già montato con successo da parecchi mesi, e dopo lunghi anni di studio e prove, al Large Binocular Telescope,  LBT, di cui parleremo nel prossimo post uno dei vanti della tecnologia applicata italiana.

E guardate i risultati :



A sinistra come il telescopio LBT, il maggior "binocolo" esistente al mondo, vede la stella a destra come l'apparecchiatura di ottica adattiva riesce a migliorare l'immagine e far capire come il "batuffolo" a sinistra sia in realtà composto da 3 stelle. Incredibile no?

Ecco infine qui sotto una intervista a Piero Salinari, dell'Osservatori di Arcetri, che ha guidato il gruppo che ha realizzato l'ottica adattiva di LBT. Ci introduce anche al telescopio di cui parleremo nel prossimo post. Buona visione.


Nessun commento:

Posta un commento